Siamo finalmente partiti in AmericanA lungo un altro viaggio on the road negli Stati Uniti che ci porterà da oceano ad oceano e tutto quello che c’è in mezzo…
Esce oggi la prima puntata lungo quella che viene chiamata la strada più solitaria d’America.
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Il primo stato ad est che tocca la strada è il Maryland e sebbene la US 50 passi più a sud di Baltimora, la sua città più popolosa, ho deciso di dedicare ben 2 puntate a questa città così complessa e magnetica. Iniziamo con una storia quanto mai necessaria in questo momento storico: una storia di corruzione e brutalità della Gun Trace Task Force che ha poi portato alla luce una storia ancora più grande.
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Ti racconto tutto questo attraverso la miniserie tv We Own This City, degna erede della serie tv The Wire, una delle serie più celebrate della storia della televisione americana, addirittura c’è chi va oltre e la considera una delle più grandi opere narrative sull’America post-industriale.
Il Maryland è uno degli stati che più incarnano le contraddizioni della storia afroamericana negli Stati Uniti.
Durante la Guerra Civile fu uno stato cuscinetto: legalmente schiavista ma rimasto nell’Unione, grazie all’intervento diretto di Lincoln che temeva la secessione di uno stato così vicino a Washington.
Prima della guerra, il Maryland aveva una delle più alte percentuali di neri liberi tra gli stati schiavisti: su circa 171.000 afroamericani, quasi la metà non era più schiava, soprattutto a Baltimora, dove già nell’Ottocento esistevano scuole, chiese e comunità autonome nere.
Eppure la schiavitù continuava nelle campagne e non fu abolita fino al 1864, un anno prima del XIII emendamento.
Dopo la guerra, lo stato non adottò leggi segregazioniste dure come quelle del “Deep South”, ma la discriminazione fu comunque profonda e sistemica: scuole separate, esclusione politica, brutalità della polizia.
Baltimora divenne un centro culturale nero ma anche un laboratorio di disuguaglianza urbana, con politiche abitative razziste che hanno segnato la città per decenni. La tensione razziale esplose nel 2015 con il caso Freddie Gray: un ragazzo nero di 25 anni, arrestato per motivi banali e caricato in un furgone della polizia senza cintura di sicurezza, riportò lesioni spinali gravi e morì dopo una settimana.
Le proteste che seguirono furono violente, il governatore dichiarò lo stato d’emergenza, fu imposto un coprifuoco e la Guardia Nazionale pattugliò le strade.
Nessuno degli agenti coinvolti fu condannato.
E tre anni dopo arriva uno scandalo enorme: quello della Gun Trace Task Force, un’unità speciale della polizia nata per combattere il traffico d’armi, ma che per anni ha derubato cittadini, falsificato prove, estorto denaro e piazzato droga, colpendo quasi sempre afroamericani.
Otto agenti furono condannati, ma il danno era fatto: il Dipartimento di Giustizia definì il comportamento della polizia di Baltimora sistematicamente incostituzionale.
Oggi il Maryland ha circa 6,26 milioni di abitanti, di cui il 31% afroamericani, con forti concentrazioni a Baltimora, dove la popolazione Black costituisce il 63%. È uno degli stati con la più alta presenza afroamericana, ma anche uno dei più colpiti da disuguaglianze strutturali.
Ti racconto tutto questo nella nuova puntata di AmericanA dove mi soffermerò anche sugli aspetti psicologici del protagonista assoluto della serie e della storia: Wayne Jenkins, affetto da un grave disturbo narcisistico di personalità, di cui ti avevo in parte parlato anche nel reel sul Trump di The Apprentice:
Ti porterò in una tappa imperdibile in città e poi usciremo da Baltimora per percorrere i primi tratti della US-50 che dall’oceano atlantico ci porta nella incantevole Chesapeake Bay, il più grande estuario degli Stati Uniti, tra Maryland e Virginia, cuore naturale e culturale della costa est americana, dove per la prima volta ho visto la Bald Eagle di cui ti avevo parlato qua:
Un’ultima cosa e poi ci salutiamo. Ho avuto modo in questi mesi di approfondire molto la storia della schiavitù negli Stati Uniti con l’occasione della mia partecipazione ieri al Book Club Maestre - L’ha scritto una femmina di Chiara Ottanelli.
Qua puoi trovare gran parte dela diretta dell’incontro di ieri che ci ha permesso, a partire dal libro Beloved di Toni Morrison (prima donna afroamericana a vincere il Nobel per la Letteratura), di parlare di temi psicologici (quali attaccamento, trauma, lutto, definizione di confine di sé) e temi storici e geografici (quali la storia della schiavitù in America e luoghi come l’Ohio e il Kentucky).
Segui poi il canale della Biblioteca delle Oblate di Firenze che pubblicherà la versione integrale.
Come ti dicevo, resteremo un altra puntata a Baltimora, per una storia tutta al femminile e a breve una puntata speciale di AmericanA FLAVOURS in cui sempre la NYC degli anni ‘70 ci permetterà, con un ospite speciale, di scoprire il suo lato Black.
Non mi resta che augurarti buon ascolto 🎧🎙️
Ciao!
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