Born in the Bronx.
Fabio Germani ci racconta il viaggio dell'hip-hop da movimento culturale a linguaggio globale
E’ uscita una nuova puntata di AmericanA FLAVOURS, su tutte le principali piattaforme di podcast (incluso qua su Substack) e disponibile anche in formato video (vodcast) su Spotify e Youtube.
Siamo sempre qui, a NYC. Richie Finestra, il protagonista di Vynil, la serie tv attraverso cui stiamo esplorando la City degli anni’70, rincontra Lester, cantante afroamericano di cui aveva più o meno consapevolmente contribuito a distruggere la carriera.
Lo incontra tanti anni dopo, mentre passa con l’auto nel Bronx, lo vede di notte di fronte a un palazzo malandato da cui esce un ritmo pulsante che non aveva mai sentito prima. Il suono si rivelerà essere di Kool Herc, pioniere dell’hip-hop e annuncia un passaggio di testimone culturale e generazionale.
Grazie di leggere AmericanA. Se non l’hai già fatto, puoi iscriverti qui ⤵️
Se il progetto AmericanA ti piace ti chiedo un piccolo aiuto per aiutarmi a crescere..condividi questa pagina, metti mi piace, lasciami un feedback, suggerisci il progetto a chi pensi possa interessare..e se ti va di offrimi un buon caffè americano lo apprezzerò molto…grazie di cuore!
Per la quarta volta in AmericanA torniamo quindi in quella Fear City, sull’orlo del collasso, dove però tutto era in fermento.
AmericanA è un podcast on the road, ma indugiamo ancora nella NYC degli anni ’70, perché è tutto fuorché staticità e soprattutto ti dà la sensazione che non c’è nessun altro posto dove devi andare, è lì che tutto sta nascendo.
Abbiamo parlato di rock, di punk, di disco music. Concludiamo il ciclo che la serie TV Vinyl mi ha permesso di raccontarti, dedicando una puntata alla nascita dell’hip-hop, un altro genere musicale che nasce a NY in quegli anni e che trascende la definizione di genere musicale forse più di ogni altro e più di ogni altro è in continua evoluzione.
La sigla di Vinyl si apre con un vinile che gira lentamente, ripreso da vicino, mentre l'ago del giradischi si posa e la sigla prende vita.
E dove se non nell’hip-hop il vinile ha rappresentato l’elemento centrale?
Mi sono fatta raccontare tutto questo da chi se ne intende davvero, Fabio Germani, autore, qua su Substack, della newsletter Mookie, che racconta gli Stati Uniti contemporanei attraverso la lente dell’hip-hop e della cultura black.
In questa puntata vodcast, siamo partiti proprio dalla scena di Vinyl che ci mostra Kool Herc per la prima volta. Lester lo guarda e dice: “Non so cosa tu stia facendo, ma si vede che ti impegni molto.” Una frase che definisce bene quello che l’hip-hop sarebbe diventato da lì in poi.
Fabio ci racconta tutto questo con grande equilibrio, in perfetto stile Mookie: una newsletter che è sia ricca di fonti, contesti, date e sia riesce a tenere insieme le dimensioni musicali, politiche e simboliche dell’hip hop, restituendone la forza originaria senza idealizzarla.
Parliamo del Bronx degli anni ’70 come ambiente urbano, ma anche come spazio simbolico. Della famosa tregua dell’8 dicembre 1971 al Bronx Boys Club, del primo party di Kool Herc, del leggendario Blackout. Della svolta politica esplicita, dell’entrata del rap nel mercato mainstream. Della capacità dell’hip hop di parlare il linguaggio del mercato, ma mantenere dentro di sé, se vogliamo, quello “della strada”.
Io arrivo a questo incontro da altri generi musicali, con una certa reverenza e un senso di urgenza. L’hip-hop mi ha sempre affascinata, ma sento di non avergli mai davvero dedicato il tempo che merita. Questa intervista nasce anche da quella mancanza. Fabio e la sua newsletter mi hanno permesso di recuperare.
Se anche tu hai voglia di capire, se vuoi sapere davvero come nasce e si trasforma una cultura, e non solo un genere musicale, se vuoi con me concludere questo viaggio alla scoperta degli anni ‘70 a NYC, gli anni in cui la musica cambiò tutto, allora questa intervista fa per te.
Ti aspetto all’ascolto/visione
AmericanA torna a breve con una nuova puntata di FLAVOURS, l’ultima, piccolo spoiler..sempre a NYC. Mentre parallelamente siamo già partiti lungo la US-50, abbiamo esplorato la Baltimora corrotta e violenta dei giorni nostri, resteremo ancora a Baltimora, ma sarà un tuffo nel passato.
Ciao!